Un Cluster del Legno per l’Italia a vocazione forestale
Ricerca, produzione, sostenibilità ambientale, manutenzione del territorio: iniziati i lavori per il Cluster nato per rendere il Paese autonomo nella produzione del legno
Prendere consapevolezza del proprio territorio, per incentivare l’innovazione e l’adattamento alle sfide del futuro.
A 100 anni dalla legge Serpieri, che rappresenta ancora a livello nazionale il testo fondamentale per la gestione dei boschi, ha preso vita in Italia il primo Cluster nazionale sul legno.
Al lavoro, una confederazione di quindici enti, tra pubblici e privati, con l’intento di promuovere e sostenere iniziative di collaborazione tra mondo forestale e seconda lavorazione del legno, rafforzare legami tra le imprese e valorizzare il prodotto legnoso nazionale.
Il Cluster è un primo passo concreto della Strategia Forestale Nazionale, iniziata a febbraio 2022 “dal basso, grazie al lavoro di circa quaranta tecnici, rappresentanti delle organizzazione coinvolte, con la supervisione del MIPAAF prima – ministero ambientale del governo Draghi, ndr – e ora dell’attuale MASAF diretto dal ministro Francesco Lollobrigida” spiega Davide Pettenella, docente del dipartimento Tesaf (Territorio e Sistemi Agro-Forestali) dell’Università di Padova, che coordina i quindici soggetti partecipanti: – Federlegnoarredo, CNA, Confartigianato, Confcooperative, LegaCoop Associazione Generale Cooperative Italiane, Consorzio Legno Veneto, Cluster Arredo Legno FVG, FSC Italia, PEFC Italia Uncem Nazionale, Università della Basilicata, Università della Tuscia e CNR.
Un territorio a vocazione forestale
Consapevolezza, dunque, come primo passo da compiere in Italia nei confronti del proprio territorio: la nostra Penisola è un paese a vocazione forestale: il 37% del territorio è boschivo; di questo, il 95% si trova su territorio montano.
Su circa 12 milioni di ettari totali, il 32% si trova in area protetta e l’86,6% è soggetto a vincolo idrogeologico: due dati che danno la misura di dove andrà ad agire il Cluster, da un punto di vista economico-produttivo, mantenendo chiaro l’obiettivo di prevenzione e cura dall’erosione dei suoli.
“Tra i primi obiettivi – spiega Pettenella – vi sono gli interventi di natura logistica e organizzativa: dai miglioramenti della viabilità forestale all’educazione tecnica dei boscaioli, presenti e futuri, insieme alla rigenerazione del tessuto delle segherie italiane, delle quali molte sono state chiuse nel corso degli anni”.
Ciò verrà accompagnato in primis dalla ricerca, faro delle nuove pratiche forestali da introdurre: dalla chimica verde per la produzione di nuovi materiali – dati dalla separazione tra lignina e cellulosa – come la bioplastica e la creazione di nuovi composti destinati alla farmacia e alla cosmesi, all’utilizzo delle fibre vegetali con indirizzo manifatturiero.