Cataste di legname in fiamme alla ex Falco

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Christian Morasso
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POMPOSA. L’allarme è scattato poco dopo le 18.30 all’interno dello stabilimento Kastamonu, ex Falco di Pomposa. E tantissimi anche in transito con l’auto da lontano hanno visto il fumo salire altissimo, sullo sfondo della fabbrica di legnami. Ancora una volta, come accaduto in passato, la montagna di legname da lavorare ha preso fuoco.


Incendio subito sotto controllo. Un incendio subito sotto controllo per il quale però ieri sera addetti ai lavori, preoccupati, dicevamo che potrebbe durare giorni. Che è stato subito circoscritto soprattutto grazie all’intervento di un elicottero che ha gettato acqua dall’alto, che filtrando verso il basso ha ridotto la combustione. Un incendio vasto perché ha interessato una catasta di migliaia di tonnellate di cascami di legno destinati all’attività produttiva dello stabilimento Kastamonu (il marchio della multinazionale turca che ha acquistato oltre un anno fa lo stabilimento della Falco) che nel tardo pomeriggio di ieri hanno iniziato a bruciare, probabilmente per autocombustione.

Fumo altissimo fin verso Copparo. Il fumo, altissimo e acre incanalato dal vento dopo avere raggiunto Pontelangorino, nella prima serata si stava allungando anche verso Jolanda di Savoia e Copparo. Uno scenario apparso ai Vigli del fuoco, impegnati in forze, dal distaccamento di Codigoro, Comacchio, Portomaggiore e anche da Ferrara, e con l’ausilio di un elicottero, davvero - senza enfatizzare - da infermo dantesco. L’enorme catasta stava bruciando nella metà della sua altezza di decine di metri (una montagna di materiale triturato che serve per la produzione di pannelli in legno pressato) e a mano a mano che la combustione si prolungava tutto il materiale si accartocciava su se stesso, cadendo all’interno del vuoto lasciato dal legno già bruciato, alimentandosi all’infinito. Provvidenziale l’intervento dell’elicottero perché gettando acqua dall’alto è stato possibile far filtrare l’acqua verso il basso, mentre con gli idranti sulle pareti della catasta e a distanza, l’intervento non era così efficace. Sul posto una task force di vigili, carabinieri tra Comacchio e Codigoro e tecnici dell’Arpa, per monitorare l’inquinamento.

Tanti i precedenti alla ex Falco. Comunque, in tanti ieri sera spiegavano che tanti sono i precedenti (quando lo stabilimento era Falco), registrati sempre in estate con temperature e umidità elevatissime che favoriscono l’autocombustione. Uno di questi, l’ultimo di alcuni anni fa, aveva coinvolto una catasta più piccola ed era durato pochi giorni: dunque, c’è il concreto rischio che questo incendio, impossibile al momento da domare (deve essere soltanto controllato) duri molto di più.

 

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